Brano: [...]rettive e malgrado la ripulsione a far passare a volte in secondo piano l’attività contro il nemico, l’ufficiale di collegamento era spesso costretto a occuparsi di politica.
Attività svolta
Il primo passo era l’invio di missioni per stabilire collegamenti. A questo seguiva l’invio di rifornimenti per azioni di sabotaggio e per potenziare la Resistenza. Qui era di regola un divario notevole fra operazioni e loro risultato, ossia fra quanto il S.O.E. faceva e ciò che la Resistenza riteneva fosse da fare. Per limitarsi ad alcuni esempi: su 5 lanci effettuati nell’autun
no 1943 per rifornire il C.L.N. del Lazio (v.), uno solo riuscì e negli altri casi il materiale cadde in mano a tedeschi, a repubblichini o a gente del luogo: su quasi 900 voli effettuati dal gennaio all’aprile 1945 nell’Italia del Nord, ne riuscirono poco più di 500; la Resistenza norvegese teneva conto dei lanci che aveva ricevuto, ma al S.O.E. si sapeva anche dei 23 aerei perduti (spesso con i loro equipaggi) e di numerose operazioni via mare fallite; il 20.9.1944 ven[...]
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3.000 tonnellate di materiale vennero inviate alla Resistenza italiana. (Nella primavera del 1944 il
S.O.E. stimava che i partigiani combattenti francesi fossero circa 140 mila, quelli jugoslavi 250.000, quelli italiani un po’ meno di 100.000). La Resistenza danese e quella norvegese ricevettero armi sufficienti per
25.000 combattenti ciascuna, quella olandese ebbe 30.000 sten.
Fra personale proprio e volontari di varie nazionalità, il S.O.E. inviò nell’Europa occupata 6.700 persone, di cui 1.784 soltanto in Francia.
Tra i francesi messi in salvo attraverso il S.O.E. è da annoverare il futuro presidente della repubblica Francois Mitterrand (v.). Con la cooperazione dell’O.S.S., il S.O.E. evacuò dalla Jugoslavia circa 12.000 persone, la maggior parte feriti poi curati in ospedali della Puglia (v. Balkan Air Force). Jean Moulin, Ti
to e il generale Raffaele Cadorna (v.) furono fra i dirigenti della Resistenza aiutati a superare il fronte. Il S.O.E. organizzò e fece funzionare, a volte per periodi abbastanza lunghi, proprie vie di comunicazione clandestine, per esempio la Comet da Bruxelles a Gibilterra, usata da circa 700 persone. “Operazioni speciali” era un’espressione elastica. Rientravano nell’attività ordinaria il ritorno a Dunkerque di tre ufficiali S.O.E. per distruggere un deposito di 200.000 tonnellate di combustibile, le 950 azioni effettuate in Francia durante la notte del 56.6.1944, la distruzione di 37.000 tonnellate di naviglio giapponese compiuta da una missione i cui membri persero la vita. Vi era altro. Personale S.O.E[...]
[...]apponese compiuta da una missione i cui membri persero la vita. Vi era altro. Personale S.O.E. partecipò agli avvenimenti del 2527.3.
1941 a Belgrado, i quali contribuirono a ritardare di alcune settimane l’attacco tedesco all’U.R.S.S.. Le informazioni sull’operazione Barbarossa (v.), ottenute a Belgrado, vennero trasmesse dal premier britannico a Stalin. Fallì invece il tentativo di bloccare il Danubio alla Porta di Ferro.
Sempre nel 1941 il S.O.E. assistè il generale americano William Donovan nell’organizzare I ’O.S.S. (v.). Personale S.O.E. danneggiò nel 1941 la centrale clandestina tedesca che, dal Messico, trasmetteva istruzioni a sottomarini operanti nel Mediterraneo; nel 1942 il S.O.E. mise fuori servizio l’altra centrale che, a Tangeri, guidava sottomarini nemici nello stretto di Gibilterra.
Nel febbraio 1943 un’incursione effettuata da 9 uomini del S.O.E. distrusse l’impianto di Rjukan in Norvegia (v.) per la produzione di acqua pesante, provocando un ritardo irricuperabile negli esperimenti degli scienziati tedeschi impegnati nella fabbricazione dell'arma segreta (bomba atomica), su cui facevano affidamento, nei loro discorsi, sia Hitler che Mussolini. Quando gli scienziati americani, ai quali era stata affidata nel 1942 l’esecuzione del Progetto Manhattan, avevano a[...]